Una nuova musica: caccia al cervo al bramito in Scozia

La caccia al cervo è certamente la caccia alla cerca più diffusa, dalle foreste dell’Est alle Alpi e agli Appennini nostrani, fino ai moor scozzesi e al grande nord europeo.

La caccia al cervo è una delle attività venatorie agli ungulati più emozionanti, ancor più intensa se si è sulle tracce di un cervo al bramito.

Nella liquida luce dell’alba scozzese un possente cervo rosso sta proclamando a gran voce la sua superiorità. È un bellissimo maschio: la testa all’indietro, la gorgiera scura mossa dal vento, con il suo grido roco riempie la valle.

Scorgendo le dodici punte – tante sembrano almeno – Mike, il guardiacaccia, dice: “Quello è il tuo cervo.” Così iniziamo l’avvicinamento attraverso il fitto e ripido bosco alle spalle della collina.

Il cervo nobile (Cervus elaphus), conosciuto anche come cervo reale, cervo rosso o cervo europeo, appartiene alla famiglia dei Cervidi ed è largamente diffuso in quasi tutte le aree d’Europa.

Praticabile come caccia di selezione in altana o caccia alla cerca, il cervo rosso rappresenta il desiderio di molti cacciatori, che decidono di fare anche chilometri e chilometri per sfidare questo meraviglioso selvatico.

 

Per la caccia al cervo rosso scozzese, più piccolo di quello italiano e di quello dell’est Europa, non sono necessari calibri eccessivi.

Sono da utilizzare i calibri .30 e i 7 mm, i primi con palle tra i 165 e i 180 grani e i secondi con palle da 150 a 165 grani.

Non ci resta che cominciare lo stalking, alla luce ancora incerta di un sole che resterà pallido per tutto il giorno.

Nella grande tagliata a nord-ovest della tenuta, intravediamo fra le erbe alte un branchetto di cervi, all’apparenza solo femmine, a circa 500 metri.

Iniziamo un cauto avvicinamento al riparo di un argine e ci portiamo a distanza di tiro.

Sbinocoliamo, ma non vediamo nessun maschio all’orizzonte; le femmine brucano tranquille, senza non danno segno di averci scorto.

All’improvviso dietro un piccolo dosso, mi sembra di scorgere un ramo che si muove nei pressi di un ceppo nero. Ora i rami sono due e vengono nella nostra direzione.

In prossimità del dosso si mostrano per quello che sono: il palco di un sei punte. Ci spostiamo con cautela e arriviamo a circa 200 metri, ben riparati dall’argine.

 

La caccia al cervo al bramito si pratica con una carabina bolt action a ripetizione manuale.

La mia Horizon Black Synt in .300 Win Mag è in posizione e mi diverto a seguire nel cannocchiale i movimenti del maschio.

È opportuno utilizzare ottiche molto luminose e con ingrandimenti variabili. I tiri si effettuano solitamente all’alba e al crepuscolo a distanze che variano fra i 100 e i 250 metri.

Uno Steiner Ranger 3-18 x 56 potrebbe essere l’ideale.

La nostra prima giornata di caccia al cervo al bramito in Scozia si conclude così, tra emozione e aspettativa per quello che ci aspetta.

Appuntamento all’alba successiva nei pressi del campo da golf. L’aria vibra di una nuova musica: il coro di decine di bramiti.

All’improvviso i vecchi maschi si sono risvegliati ed è un piacere infinito restare in ascolto per assorbire l’atmosfera nuova che si percepisce.

È a questo punto che scorgiamo il maschio sulla collina. Dopo aver preso la decisone di accostarlo, sento che Mike ha ragione: quello è il “mio” cervo.

Ci inerpichiamo su una costa ripidissima attraverso un bosco fitto e scuro. Il terreno è cosparso di rami tagliati, ricoperti da un muschio tanto fitto da celare innumerevoli trabocchetti, al punto che più di una volta sia io che il guardiacaccia ci ritroviamo per terra o con una gamba incastrata fra i rami bagnati di un pino.

A caccia al cervo si sa… l’organizzazione viene prima di tutto. Per questo è bene essere previdenti e avere la giusta attrezzatura.

Per affrontare le diverse tipologie di terreno è opportuno essere attrezzati con un abbigliamento tecnico che in questo caso dovrebbe constare di indumenti waterproof, stivali di gomma o scarponcini con ghette. Tutto in materiali di alta qualità e soprattutto “silenziosi”.

Siamo comunque guidati dal bramito, che a intervalli regolari continua a farsi sentire, man mano più vicino.

Siamo quasi in vetta, tra poco dovrebbe aprirsi il bosco e dovremmo vedere il cervo sulla sommità coperta di erica della collina; ma da qualche minuto non udiamo più nulla

Dopo poco a confortarci giunge un ennesimo bramito, più sommesso dei precedenti, che ci indica la sua presenza.

Finalmente giungiamo allo scoperto, ma non si vede nulla. Avanzando gattoni, raggiungiamo l’estremità della collina. Non appena ci affacciamo, quattro femmine partono verso il basso alla nostra destra.

Preparo subito la carabina, ma non scorgo nulla; avanziamo ancora, e, finalmente, eccolo! È su un dosso, in posizione sopraelevata rispetto ad altre sei femmine che sono con lui

Giusto il tempo per ammirare la sua bellezza, mentre ci sta guardando. Siamo circa a 210 metri. Succede in un istante.

La pacca di Mike sulla spalla mi dice che tutto si è concluso. Il selvatico è un magnifico royal stag, che ricordo ancora oggi con profondo rispetto.

Le colline di erica inondate di sole fanno da corona alla baia che si intravede più sotto, mentre nel mare si perde lontana la scia di un peschereccio.

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