La caccia al colombaccio da palco non è semplice caccia, è una passione che devi avere dentro. Ottobre è appena iniziato e con i colori d’autunno si entra nel vivo dell’azione!
Solitamente tramandata da generazione in generazione, l’impegno di questa attività venatoria non si conclude con la fine della giornata, ma dura tutto l’anno.
Un cacciatore di colombaccio lo sa, questa tipologia di caccia non si risolve nell’attesa dello sparo, quanto piuttosto in tutto il lavoro e l’organizzazione che serve, perché la sincronia degli attori coinvolti sia assoluta.
Non è una caccia “facile”, sempre che di cacce facili ne esistano davvero, ma la caccia al colombaccio da palco è sicuramente tra le più impegnative.
La caccia al palco non è semplice attesa, ma costanza e soddisfazione per il cacciatore che, dopo lunghi mesi di lavoro vede la sua “orchestra” muoversi come una cosa sola.
Niente è lasciato al caso, la cura dei dettagli è assoluta, a cominciare dalla preparazione dell’appostamento.
La prima cosa da fare è scegliere con cura il luogo ideale in cui situarlo.
Per individuare il punto adatto serve molto tempo, anche perché rispetto al passato le rotte migratorie dei colombacci non sono più le stesse, cambiano di anno in anno.
Insomma… guai a vivere di rendita! Il mestiere, perché di questo si tratta, del cacciatore di colombacci non prevede scorciatoie e richiede grandi conoscenze e passione assoluta.
Ma con un buon appostamento e buoni volantini… il divertimento è assicurato!
In linea di massima si sa che i contingenti di colombacci provengono dalle rotte migratorie di nord e nord-est, dall’Europa orientale per dirigersi verso la rotta sud e sud-ovest.
Gli elementi da considerare sono la scelta di un luogo ideale, quindi dell’albero su cui incentrare gli appostamenti, la disposizione degli stessi e la cura con cui mantenere il proprio palco.
Nella caccia al colombaccio da palco occorre innanzitutto orientare la scelta del luogo di caccia sulle vallate interessate dalla migrazione.
Si dovrà visionare un bel posto e trovare un albero, che può essere di quercia o pino ad esempio, che permetta di costruire uno o due capanni per l’appostamento.
In passato i capanni erano organizzati secondo uno schema che prevedeva un capanno centrale, con capanni satellite più piccoli posizionati tutti intorno, ma gli appostamenti si svolgevano sugli alberi.
Oggi la costruzione dei capanni si è evoluta e si è adeguata alle diverse normative per due principali motivi: la salvaguardia e il rispetto degli alberi, che fungono in questo caso soltanto da riparo per il capanno, e la maggior sicurezza che viene garantita.
Infatti, i capanni sono realizzati con canne innocenti o con i cosiddetti castelli, sempre a norma di legge, ancorati da soli senza attaccarsi sulle piante.
In questo modo il capanno sarà sorretto da tiranti e vivrà di vita propria, dando una maggior stabilità a tutta la struttura, che risulterà molto sicura.
Nella caccia al palco, il bosco viene curato nei dettagli.
La pulizia a terra non deve essere sottovaluta, perché ha una duplice funzione: permette ai cacciatori di vedere il proprio luogo di caccia, ordinato come se fosse un giardino, e rende semplice il recupero dei selvatici.
Ogni cacciatore di colombacci con cui si ha l’occasione di parlare ripete la stessa cosa a proposito dei palchi, come un mantra: «Bisogna tenere l’ambiente pulito e perfetto, come lo abbiamo trovato».
Sì, perché il grande rispetto per la natura è una delle caratteristiche che saltano immediatamente all’occhio, se si parla di caccia al colombaccio da palco!
Questo non è il solo motivo per raccogliere i bossoli tutti i giorni e attuare quella che si potrebbe definire una “pulizia maniacale”. A beneficiare di questo lavoro non è solo l’ambiente, ma la cacciata stessa.
Infatti, il colombaccio verrà maggiormente attratto da un ambiente pulito e ordinato e, in questo caso, potrebbe anche posarsi a terra, per consentire un tiro pulito.
Altro aspetto da considerare, oltre alla pulizia del sito, è la potatura della vegetazione, che verrà fatta ad hoc in modo tale da rendere visibile la tesa.
Solitamente i primi tagli si effettuano a marzo, poi a maggio, fino all’ultima potatura che avviene appena prima dell’inizio della stagione di caccia, quindi verso la fine di settembre.
Risultato? Un bancone verde e perfetto, affacciato sulla vallata, per godersi lo spettacolo della caccia.
È una vera e propria coreografia quella che ci si trova dinanzi se si passa una giornata di caccia da palco.
In passato, soprattutto in centro Italia, la tradizione voleva che il tiro a questo coriaceo selvatico venisse svolto a fermo, quindi con un solo colpo e grazie all’aiuto dei volantini.
Oggi, in virtù di una maggior presenza di colombacci in più aree e di sempre più numerosi capanni, questa caccia si è evoluta e sono molti gli appassionati che li sfidano con il tiro al volo, purché la distanza consenta un tiro pulito ed etico.
Una delle caratteristiche più belle della caccia al colombaccio da palco è che si tratta di un’attività venatoria corale, fatta di amicizia, condivisione e risate con i compagni.
Nei diversi appostamenti ognuno svolge un ruolo specifico. Nel capanno principale si troverà il vero “direttore d’orchestra”, che dirigerà il volo di palpe e volantini.
Ogni capanno avrà due settori, in cui i cacciatori dovranno potersi muovere con disinvoltura, e delle rastrelliere dove tenere i fucili da caccia.
Protagonista di deliziose ricette di selvaggina, il colombaccio è un selvatico diffidente e con una vista proverbiale, in grado di individuare qualsiasi cosa non sia in perfetta sintonia con l’ambiente.
Perciò occorre mimetizzarsi al massimo e restare nascosti, osservando i selvatici avvicinarsi alla tesa da feritoie situate sul capanno.
Essendo praticamente impossibile prevedere quale sarà il comportamento dei colombacci, di solito nella caccia al colombaccio da palco molti cacciatori utilizzano due fucili diversi.
In base alla distanza del tiro del columbide, si potranno usare fucili semiautomatici o sovrapposti da caccia, anche se la possibilità di sfruttare il terzo colpo potrebbe fare la differenza in presenta dei colombacci più diffidenti.
Cartucce da 33/35 grammi con piombo n° 7 e 7,5 saranno sufficienti per tiri fino a 27-30 m. Sulle medie distanze invece sarà necessario aumentare la grammatura e la numerazione del piombo.
Il semiautomatico da caccia Affinity 3 Elite Wood, con canne da 71 cm nel cal. 12 e 66 nel cal. 20, è un fucile versatile e maneggevole, molto adatto a questa caccia.
Con calciatura in legno, è dotato di finitura Cerakote Metal Grey su canna e carcassa, che rende le parti metalliche più resistenti alla corrosione dovuta agli agenti atmosferici, oltre a donargli un aspetto accattivante e moderno.
Mentre per i tiri più lunghi può essere consigliabile usare una canna da 76 cm, con strozzatura a una o massimo due stelle (*, **).
Affinity Wood è un semiautomatico da caccia, con carcassa anodizzata nera e calcio e asta in legno, che presenta una grande varietà di configurazioni.
È disponibile con canne steel shot 61/66/71/76 nel cal. 12 e 61/66/71 nel 20.
Per ricapitolare: pulizia, potatura, rispetto per l’ambiente e meticolosa preparazione dei palchi, oltre che il fucile perfetto, sono tutti gli ingredienti che servono per trascorre delle bellissime esperienze di caccia al colombaccio da palco.
E poi, ovviamente, l’affiatamento con i compagni… così nascono giornate di caccia che lasciano dei ricordi indimenticabili.