La caccia al daino è una delle tipologie di caccia agli ungulati praticata in Italia, insieme a quella al capriolo, al cervo, al cinghiale, al camoscio e al muflone.
Anche se alle volte rimane un po’ in secondo piano rispetto a pratiche venatorie più popolari, non suscitando il meritato interesse, è una caccia davvero affascinante.
Diffusissimo in tutto il mondo, il daino è un selvatico forte e scaltro, difficile da cacciare, che di solito vive in gruppi più o meno numerosi, in base al territorio che sceglie come propria dimora.
Particolarmente ghiotto di foglie di ulivi e vigneti, ama brucare all’alba e al tramonto e, data la sua avversione per un clima troppo rigido, di solito non si spinge oltre i mille metri.
Pennellate di bianco colorano il suo caratteristico mantello, che richiama sensazioni che provengono da ricordi d’infanzia.
Forse è per questo che ogni volta che i palchi del maschio spuntano curiosi e nobili tra la vegetazione, l’emozione prende per un istante il sopravvento e si rimane fermi lì, ad ammirare lo spettacolo della natura.
Protagonista di deliziose ricette di selvaggina, anche grazie alle sue proprietà nutritive e al suo basso contenuto di grassi, il daino si può cacciare con diverse tecniche, tra cui la caccia al daino all’aspetto, alla cerca e in girata.
La caccia all’aspetto è una pratica venatoria solitaria, quasi di meditazione, in equilibrio tra l’azione e l’attesa.
Se si pratica la selezione, questa tecnica di caccia al daino è sicuramente tra le più agevoli e non richiede sforzi eccessivi, salvo conoscere perfettamente le abitudini del selvatico che si va a insidiare.
È fondamentale scegliere accuratamente il punto in cui posizionarsi, dopo un’attenta valutazione condotta in base alle caratteristiche del territorio di caccia.
Si può praticare da una postazione situata a terra oppure sopraelevata, come in altana, solitamente dove transita la selvaggina o nei pressi dei luoghi di pastura.
Mentre il cinghiale e il capriolo hanno un olfatto sopraffino, il dama dama non è così sensibile, per cui rimanere sottovento è sufficiente per non farsi individuare.
D’altro canto, la sua vista e il suo udito sono molto sviluppati. Camuffarsi con l’ambiente circostante è dunque importante per la buona riuscita dell’azione di caccia.
Capi verdi o mimetici sono più che indicati per non essere notati, ancora meglio se si dispone di una carabina camouflage.
L’anima rigata è sicuramente il must della caccia di selezione all’aspetto e le carabine bolt action a ripetizione manuale, data la loro intrinseca precisione, lo strumento perfetto a cui affidarsi.
Un buon calibro per la caccia al daino va dai 6 ai 7,62 mm. Gli estremi che non si dovrebbero oltrepassare sono il “piccolo” .243 Win e il .30-06 Springfield.
Le carabine bolt action Horizon, disponibili in diverse configurazioni tra cui con la modernissima livrea camo Strata, presentano alla canna flottante lavorata con precisione per rotomartellatura a freddo.
Tutte le Horizon con caricatore amovibile presentano otturatore scanalato, che riduce gli attriti rendendo l’operazione di chiusura molto fluida.
Inoltre, l’otturatore a tre alette di chiusura garantisce un’apertura a 60° e un facile riarmo anche in presenza di ottiche di grandi dimensioni.
Un elemento molto importante per la caccia al daino all’aspetto è proprio la scelta dell’ottica.
Viste le abitudini del cervide, il cannocchiale dovrà essere luminoso, di ingrandimento medio (max 6x) e con un reticolo ben marcato.
La precisione è una caratteristica imprescindibile e tutte le Horizon garantiscono 3 colpi sparati in 1 M.O.A.