Fiumi di rosmarino: caccia all’ibex spagnolo

La caccia all’ibex spagnolo è una delle tante attività venatorie che praticano quei cacciatori che, valigia alla mano, hanno la fortuna di sperimentare le emozioni di un viaggio venatorio.

La caccia all’ibex, o capra ispanica, è un’attività affascinante e avventurosa. Lo stambecco iberico vive sulle catene montuose della Spagna – da nord a sud, da est a ovest – e si differenzia in quattro specie riconosciute, ognuna con caratteristiche specifiche per forma e dimensione delle trofeo.

Ecco il racconto di un fortunato cacciatore che, in viaggio per la Spagna con la sua Horizon in spalla, è andato alla ricerca di questo incantevole selvatico.

“Gli scarponi scivolano sulle pietre bagnate e, per trovare appiglio, li sposto sulla vegetazione circostante calpestandola. E che ricevo in cambio? Non la frustata di un ramo o la puntura di uno spino come giusta “punizione”, ma il tenero abbraccio di una fragranza nota, che non mi aspetto e che mi rimanda alle domeniche in famiglia, quando l’arrosto era il padrone della tavola.

E, allora, piego lo sguardo in basso: un fiume di rosmarino, cui fa da letto un fitto intrico di timo, si perde verso il basso dal crinale al fondo valle.

È il profumo che ci accompagnerà durante questo soggiorno di caccia all’ibex nella Comunidad Valenciana alla ricerca del macho montes, la capra ispanica dalle possenti corna.

Mi accompagna in questa avventura la mia carabina bolt action Horizon Black Synt in .270 Win. L’ho corredata con un ottimo Steiner Ranger e con palle da 130 gr ad affungamento progressivo: l’ibex spagnolo, sebbene di taglia media, è un animale coriaceo e spesso porta via colpi anche ben assestati.

I calibri 6,5 e i calibri 7 mm in generale, con palle fra i 130 e i 150 gr, sono adatti alla caccia all’ibex anche se si sfidano il Gredos e il Beceite, che sono i più imponenti.

Ovviamente per la caccia all’ibex anche tutti i calibri .30 sono eccellenti con palle fra 165 e 180 gr. La radenza dell’arma è importante, perché si tratta di caccia di montagna con tiri anche impegnativi in termini di distanza.

Sotto un’acqua insolita per questa area, ci muoviamo fra una valle e l’altra nell’intento di verificare la presenza di un buon esemplare di ibex spagnolo.

Questi animali, dall’impronta mediterranea, amano il sole ed escono durante le belle giornate, punteggiando le montagne con la loro presenza, per assorbire il calore dell’astro restituendo colore e lustro al forte paesaggio.

Nonostante il tempo ci ostiniamo a scandagliare i fondo valle e la nostra costanza viene premiata: intravediamo due groppe che si muovono in basso, mentre risalgono verso il sommo di una balconata pietrosa.

Sul fianco del colle di fronte a noi si stanno inerpicando due macho neri come la pece e dall’aria complice, come Don Quijote e Sancho Panza. Ci sdraiamo sull’orlo del precipizio, non curandoci del vuoto e delle vertigini, e ce li godiamo nella lente del binocolo.

Salgono lentamente dandoci la possibilità di fotografarli, poi si fermano sulla balza di roccia. Il più grande sfrega corna e ghiandole contro alcuni arbusti mentre il suo scudiero controlla tutt’intorno, poi comincia a guardare nella nostra direzione, ma non sembra averci individuato.

La nostra avventura di caccia all’ibex comincia in una tiepida giornata di sole pallido, ma sufficiente a far uscire gli stambecchi dai loro recessi. Alcuni si crogiolano al sole, altri combattono e si inseguono per il dominio delle femmine: siamo proprio nel periodo degli amori che rende i maschi più avvicinabili, sebbene i tiri siano tutti oltre i duecento metri.

Ecco su un costone di fronte a noi un gruppetto di maschi. Nascosti dietro un paravento roccioso, sbinocoliamo con attenzione e individuiamo il capo abbattibile.

Ci prepariamo appoggiandoci sullo zaino ma, improvvisamente, le capre iberiche cominciano a scendere portandosi fuori tiro.

In quella tarda mattinata di caccia all’ibex, mentre stiamo scendendo a valle verso il paese, scorgiamo un superbo rappresentativo in compagnia di cinque femmine; sono nel fondo di una gola e il maschio è a buona distanza con un angolo di sito notevole. Il primo colpo va basso, il secondo è perfetto.

Dopo un lungo percorso, quasi due ore, procediamo al recupero.

In questo caso, l’angolo di sito ha giocato un ruolo determinante nell’errore sul primo colpo. Nonostante le torrette balistiche, infatti, la fucilata è andata bassa di un soffio per il tentativo di correggere in eccesso l’angolazione… errore umano.

Oggi i moderni binocoli e persino le ottiche da puntamento suggeriscono la distanza esatta anche in base all’inclinazione.

Nel frattempo, sdraiatomi sulle rocce che sporgono da un vallone, mi godo il silenzio dopo la questa giornata di caccia all’ibex e lascio che le emozioni appena vissute fluiscano dal mio corpo come un fiume.

La caccia all’ibex è solo una delle tante che si pratica con una carabina bolt action Horizon, adatta a insidiare, a seconda dei calibri, innumerevoli tipologie di selvaggina.

Per la sera è prevista una paella di pesce – il mare è a soli quindici chilometri – e già si programma la giornata successiva.

Le pietraie si susseguono, valli e dirupi da brivido si avvicendano a creste sottili di pietra fragile, che si sgretola sotto gli scarponi.

Nel ristorante in cui ci rechiamo quella sera la giovane capra viene trasformata dal cuoco in un arrosto delicatissimo accompagnato da verdure al forno.

I meravigliosi mandarini, le cui coltivazioni si estendono da Valencia a Castellon per più di cento chilometri, fanno da corollario alle mandorle immerse nel miele.

Gli ulivi ospitano i tordi che restano per buona parte dell’anno in questa regione, rendendo l’area di Valencia una delle più ricercate dai cacciatori di questo piccolo migratore.

A una cinquantina di chilometri, le foci dell’Ebro ospitano migliaia di anatre, mentre le piane allagate sono ricche di trampolieri di ogni genere, dai beccaccini ai pivieri. Un vero paradiso venatorio: dalla caccia a palla alla caccia ad anima liscia in pochissimo spazio!

Un’attenta regolamentazione della caccia, che addirittura prevede giorni fissi per specie, rende la Spagna una nazione molto interessante per i cacciatori stranieri, che possono trovare, oltre a selvaggina di pregio, paesaggi mozzafiato, una cucina straordinaria e il calore dei locali che accolgono il turista come si farebbe con un amico.

Mi sono sentito a casa, avvolto da una natura straordinaria, forte e dolce al tempo stesso, e cullato in un profumato abbraccio dalle onde dei fiumi di rosmarino”

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