“Pulizia fucile”, due semplici parole che racchiudono in loro tutta la cura che ogni cacciatore mette nel mantenere al massimo livello il proprio fucile al rientro da una cacciata.
Questo perché la caccia è fatta di tante piccole cose: emozioni e adrenalina, contatto con la natura e rispetto per la fauna, condivisione con i compagni di caccia e passeggiate solitarie in compagnia del proprio ausiliare.
La pulizia del fucile è una di queste e ogni bravo cacciatore sa di non poterla trascurare, anche perché ammettiamolo, curare il proprio strumento di caccia è qualcosa che, per chi ama la propria passione, fa stare davvero bene.
I fattori che minacciano lo stato dei fucili da caccia sono molteplici e l’attenzione da rivolgere alla manutenzione è massima.
Specialmente per i cacciatori freschi di licenza sarà necessario acquisire alcune buone abitudini, per mantenere le proprie armi tirate a lucido!
Durante una giornata di caccia, che duri poche ore o arrivi fino al tramonto, molti agenti esterni possono mettere a rischio l’integrità del fucile.
Non solo la deflagrazione della polvere delle cartucce, che genera residui e detriti, ma resina degli alberi, frammenti di foglie, gocce di rugiada, umidità o pioggia, fango, impronte delle mani sudate e altri agenti esterni possono minacciare la salute del fucile da caccia.
Ecco 4 consigli su come effettuare una cosiddetta manutenzione da campo, per mantenere la propria arma da caccia al top!
Ancor prima di cominciare a far manutenzione è fondamentale smontare con cura le parti principali del fucile, in base al proprio livello di conoscenza.
Sui fucili semiautomatici si procederà smontando otturatore, gruppo scatto e canna.
Stessa cosa per i sovrapposti o le doppiette, dove si possono dividere le canne dalla bascula, in modo tale arrivare a pulire bene anche la parte degli estrattori.
Discorso diverso invece va fatto per la batteria di scatto, che rimanendo dentro il calcio non viene mai raggiunta in una manutenzione da campo.
Nei sovrapposti, tolta l’astina, la canna e la bascula, il primo step del lavoro è fatto, mentre i semiautomatici sono i fucili più semplici da smontare, perché ci si può spingere a un livello più “profondo”.
Inoltre, i semiautomatici da caccia Franchi, avendo il meccanismo inerziale inserito sul davanti, con la molla di recupero alloggiata sull’astina sopra il tubo serbatoio, sono ancora più semplici da pulire.
Basterà semplicemente smontare l’astina e voilà, anche i più piccoli granelli di polvere saranno a portata di… spazzolino!
Più in generale, i fucili semiautomatici Affinity 3 e Affinity 3.5, dotati del sistema di funzionamento Front Inertia, richiedono meno manutenzione, sgravando il cacciatore di un po’ di lavoro.
Una volta smontato il fucile, bisognerà iniziare con cura la pulizia.
Una volta smontato il proprio fucile, si passerà a rimuovere tutto lo sporco che si deposita durante la cacciata. Scovolini, pezze, stracci, spazzolini o pennelli sono gli oggetti del mestiere.
Bisognerà prestare particolare attenzione agli strozzatori intercambiabili e alle canne.
Per quanto riguarda i primi, dopo averli smontati e sfilati, andranno puliti usando uno straccio ruvido e un prodotto per la pulizia dell’acciaio, fino a rimuovere tutti i residui lasciati dagli spari.
È molto importante anche pulire la delicata zona delle canne che ospita gli strozzatori, fino a rimuovere ogni deposito.
Anche la camera di scoppio dei semiauto e dei basculanti va pulita accuratamente, perché è la prima zona dove si possono innescare delle corrosioni.
Se si ha l’accortezza di non aspettare troppo tempo e di pulire le canne ogni due o tre giornate di caccia, la fatica sarà relativamente poca.
Ogni volta sarebbe opportuno passare lo scovolino nella canna e dare l’ultima passata con lo scovolino unto, in modo tale da isolare il metallo dall’aria.
Scovolini adatti all’uso sono presenti in ogni kit pulizia che si trova in armeria.
Un’attenzione ancora maggiore è richiesta se si spara a palla, come nella caccia al cinghiale, che siano semiautomatici o sovrapposti.
Questo perché la palla sporca tantissimo e la prima regola è: non aspettare tanto!
Il cacciatore è quello che non si tira mai indietro, nemmeno in situazioni ambientali e climatiche difficili, perché le emozioni della caccia sono la ragione per cui, nonostante si possa incappare in fredde giornate di pioggia, a fine giornata ne è sempre valsa la pena.
Però se parliamo di pulizia fucili, il danno principale viene sempre da lei… l’acqua! Allora come proteggere i nostri semiautomatici o basculanti?
Dopo ogni cacciata è buona abitudine passare un po’ di tempo a lubrificare tutte le parti metalliche del fucile, o comunque tutte quelle parti che sono soggette a scorrimento.
Non basta pulire e asciugare le armi, perché senza un velo d’olio non avranno alcun tipo di protezione.
Anche una goccia d’acqua, un ambiente umido, o semplicemente riporre il fucile caldo nel fodero generando condensa, sono tutti fattori che possono innescare l’ossidazione.
Tutti i fucili semiautomatici con finitura camo, o ancor meglio Cerakote, garantiranno una maggior resistenza agli agenti atmosferici e saranno ideali per le attività venatorie in condizioni estreme, come la caccia agli acquatici.
Il Cerakote è una verniciatura ultrasottile a base ceramica, che garantisce ottima resistenza agli agenti atmosferici.
Invece con i fucili bruniti, una buona attenzione nell’oliarli dopo una giornata di caccia è quello che ci vuole… nulla di più!
Ammettiamolo, imbracciare il fucile sentendo il calore del legno sotto le dita ha sempre il suo fascino, per i cacciatori di tutte le età.
Ci sono fucili da vetrina, quasi troppo belli per essere veri, e poi ci sono fucili che ti accompagnano in ogni genere di avventura.
Se un cacciatore possiede un fucile di questo secondo tipo, magari con una bella calciatura in legno, un po’ di “cicatrici” sono da mettere in conto e i più romantici potrebbero anche vederle come una mappa di tutte le cacciate vissute insieme.
Quindi essendo un materiale vivo, la prima cosa da tenere a mente è che il legno si rovina se lo si usa. Una pozione magica non esiste, ma ci sono piccoli accorgimenti da adottare.
Se con i legni verniciati non c’è bisogno di manutenzione, ma una volta rovinati sono molto difficili da ripristinare, un legno finito a olio può comunque venire trattato direttamente dal cacciatore, senza bisogno di andare da un calcista.
A meno che non abbia crepe profonde, basterà usare un olio che si può trovare in armeria, perché i legni riacquistino l’aspetto e la lucentezza originaria.
È proprio questo il bello dei calci finiti a olio… si possono sempre ripristinare e farli diventare come nuovi!
Questi sono alcuni utili consigli su come prendersi cura del proprio semiautomatico o basculante, ma è pur vero che i fucili Franchi sono uno strumento al servizio del cacciatore.
Perché non sono un bel legno o una bella incisione a fare la differenza quando ci si trova tra il folto della macchia, nelle acque palustri o con il fango a macchiare gli scarponi… la differenza la fa avere uno strumento in grado di farci vivere emozioni indimenticabili!
Per cui dopo tutto il lavoro e le attenzioni da dedicare al proprio fucile… è forse tempo di tornare a caccia?